Alla Gemäldegalerie fino al 12 Gennaio le incisioni del grande pittore olandese e del tedesco Menzel, suo ammiratore e studioso.
Il celebre pittore olandese Rembrandt (1606–1669) non era solo un virtuoso della pittura ad olio, ma era anche uno studioso delle arti grafiche e della stampa. Mentre era in vita, le sue stampe furono ammirate, raccolte e pubblicate in cataloghi. Inizialmente erano considerati lavori marginali ai suoi dipinti e il fatto che venissero a lui attribuiti era un puro atto di riconoscimento privo di un giudizio critico. Mentre i cataloghi del diciottesimo secolo contenevano fino a 375 opere grafiche del grande maestro, oggi si ritiene che solo 290 incisioni siano state realizzate da lui.
A distanza di 350 anni dalla sua morte, Rembrandt rimane il uno dei maestri dell’arte incisoria, il più virtuoso e sperimentatore. Il primo ad esplorarne tutta la potenza espressiva, a giungere ad una perfetta resa del chiaroscuro.
Per Rembrandt l’incisione non è un’arte minore rispetto alla pittura ma un campo parallelo di sperimentazioni stilistiche. Determinato ad entrare nelle case del nuovo ceto emergente, l’artista si dedicò alla creazione di complicate stampe che essendo riproducibili in più copie, rappresentavano il mezzo più efficace affinché il suo nome e la sua arte giungessero ovunque.
Molto particolare la iconografia della Deposizione di Cristo dalla croce con una croce costruita con due pezzi di assi malconce e l’uomo a penzoloni intenro a reggere un sudario da cui sta scivolando il corpo di Cristo retto a fatica da un altro uomo su di una scala, con una toppa al sedere ben visibile. Domina la figura con turbante, elegantemente vestita, di Giuseppe d’Arimatea che aveva chiesto il corpo di Cristo a Pilato. Fasci di luce, come riflettori, scendono dall’alto concentrati sulla scena. L’invenzione non è tutta di Rembrandt perché rivela nella composizione alcuni aspetti con un grande dipinto di Rubens del medesimo soggetto nella cattedrale ad Anversa.
Adolph Menzel
Egli stesso ammiratore e imitatore di altri grandi artisti, Rembrandt fu ammirato e imitato da moltissimi altri, tra questi il pittore berlinese Adolph Menzel (1815–1905), che nell’aprile del 1844 scrisse a un amico quanto segue:
“Di recente ho passato molto del mio tempo nel Kupferstichkabinett, godendomi le incisioni degli olandesi, soprattutto Rembrandt, che tra tutti è la gemma più preziosa. Più a lungo si studiano i suoi lavori, più si fa grande la soggezione nei suoi confronti… ”
Menzel ebbe l’occasione di studiare le opere di Rembrandt nel Kupferstichkabinett di Berlino, che fu poi aperto al pubblico nel Palazzo Monbijou, nei pressi della Museumsinsel. Menzel, che aveva imparato la stampa dal padre litografo, trovò nelle creazioni del grande maestro olandese, l’ispirazione per cimentarsi in nuove tecniche, come quella di incidere direttamente la superficie di metallo.
La mostra
L‘esposizione alla Gemäldegalerie, che trova posto in una galleria adiacente ad una sala più grande, si concentra sulle incisioni di Rembrandt che Adolph Menzel ammirò e osservò attentamente nel Kupferstichkabinett di Berlino. Si compone di 25 stampe di Rembrandt e quattro opere di Menzel, frutto del suo confrontarsi con il maestro olandese e dello sperimentare in un ambito a lui ben conosciuto, e che aveva catturato il suo interesse e curiosità. Le opere conducono l’osservatore in un mondo fatto di volti, di momenti quotidiani, di scene bibliche. Un’arte tollerante e sfaccettata la sua, dove si inscenano le grandi narrazioni della Bibbia, dove trovano posto sia borghesi e ricchi mercanti che mendicanti.
Alcune delle stampe in mostra
Immagine di copertina: Rembrandt, Autoritratto con berretto a bocca aperta, 1630
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