Ha l’aspetto un tempio greco, venne inaugurata nel 1876 per esporre l’arte contemporanea dell’epoca e ancora oggi ospita capolavori di pittura e scultura del XIX secolo, dall’arte neoclassica di Canova al Romanticismo di Caspar Friedrich.
La Alte Nationalgalerie è probabilmente il museo più consciuto di Berlino anche per la sua posizione centrale, sull’isola dei musei. Si tratta di una tappa obbligatoria per i turisti in visita, che qui hanno l’occasione di poter ammirare alcuni tra i più celebri capolavori di pittori e scultori dell’800. La Alte Nationalgalerie è naturalmente molto amata e frequentata anche dai berlinesi, soprattutto per le interessanti esposizioni temporanee.
La Alte Nationalgalerie è la sede originaria della Nationalgalerie, la cui ricchissima collezione (6000 opere) oggi è distribuita tra Neue Nationalgalerie, Hamburger Bahnhof, Friedrichswerdersche Kirche, Museum Berggruen e la Collezione Scharf-Gerstenberg.
Un tempio dell’arte
Situato nella Museumsinsel, insieme a quattro altri musei, l’edificio fu progettato dall’architetto Friedrich August Stüler su incarico del re e imperatore di Prussia Federico Guglielmo IV per ospitare la collezione donata dal banchiere Johann Heinrich Wilhelm Wagener allo stato prussiano nel 1861: una raccolta di 262 opere con un’enfasi sulla pittura belga e sulla scuola di Düsseldorf, caratterizzata da dipinti a tema paesaggistico, religioso ed allegorico.
L’edificio è un mix di stile classico e neorinascimentale con una forma che richiama quella di un tempio romano. La sua costruzione durò quasi un decennio, dal 1863 al 1872. Nel 1876 la collezione d’arte venne trasferita nel galleria che potè finalmente aprire al pubblico.
Dopo la nomina di Hugo von Tschudi a direttore della Galleria nel 1896, la collezione originaria si arricchì di importanti opere degli impressionisti francesi, tra queste Nel conservatorio (1879) di Édouard Manet e Vista di Vétheuil (1880) di Claude Monet. La Alte Nationalgalerie fu in questo modo il primo museo europeo che acquistò ed espose l’arte impressionista, vincendo lo scetticismo dell’imperatore e della commissione di acquisto, inizialmente restii all’inclusione di artisti internazionali nella collezione.
La Alte Nationalgalerie nel dopoguerra
I bombardamenti aerei durante la Seconda Guerra Mondiale danneggiarono gravemente la costruzione e non è chiaro quali opere siano andate perdute e trafugate. Nel Dopoguerra l’edificio fu rapidamente restaurato, anche se in maniera provvisoria, e nel 1950 i due piani della galleria entrambi i piani erano nuovamente aperti al pubblico. All’epoca, parte della collezione della Nationalgalerie, costituita dai dipinti sopravvissuti al chaos e alla distruzione della guerra, si trovava nelle Berlino Ovest. A partire dal 1968 queste opere trovarono sede nella Neue Nationalgalerie, progettata dal celebre architetto Mies van der Rohe. Altre, a partire dal 1986, vennero ospitate nella Galerie Romantik nello Schloß Charlottenburg.
Restauro e riorganizzazione
Dopo la caduta del muro di Berlino, la collezione, con il tempo arricchitasi di nuovi pezzi, fu trasferita nel suo edificio originale sull’Isola dei musei, per essere poi riorganizzata e spartita tra sedi diverse in base al suo periodo di appartenenza: il XIX secolo nella Alte Nationalgalerie, il XX secolo nella Neue Nationalgalerie. Dal marzo 1998 al dicembre 2001 la Alte Nationalgalerie fu chiusa per lavori di ristrutturazione necessari per renderla adatta ad ospitare la collezione allargata.
Tra le opere più conosciute trovate: Hebe (1796) di Antonio Canova, Monaco in riva al mare (1810) di Casper David Friedrich, L’isola dei morti (1883) di Arnold Böcklin, Concerto con flauto di Federico il Grande a Sansoucci (1852) di Adolph Menzel, Le filatrici di Laren di Max Liebermann (1887) e il già menzionato Nel conservatorio di Eduard Manet.
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