Da commedie leggere e divertenti a drammi più impegnativi. Li abbiamo guardati, ci sono piaciuti e ve li consigliamo.
Di seguito vi proponiamo una lista di film in tedesco degli ultimi vent’anni, facilmente reperibili, più o meno consociuti. Per imparare qualcose di più sulla storia della Germania o per trascorrere un paio di ore piacevoli, unendo l’ultile al dilettevole e esercitando l’ascolto.
Buona visione!
Lola rennt (1998)
In questo thriller del 1998, Lola riceve una frenetica telefonata dal suo ragazzo Manni, piccolo criminale che ha dimenticato in ubahn la borsa contenente i 100.000 marchi da consegnare al suo capo, perché la ragazza non è presentata in macchina all’appuntamento. Tra venti minuti incontrerà il suo boss e sa che se non avrà con sé il denaro verrà ucciso. Per rimediare alla situazione Manni ha intenzione di rapinare un supermercato vicino alla cabina telefonica dove si trova. Lola lo implora di aspettarla, si precipita fuori di casa e inizia a correre per le strade di Berlino. Una lotta contro il tempo per rimediare il denaro e impedire il peggio.
Un cult, adrenalinico e sapientemente costruito, mostra tre possibili scenari con diverso esito.
Good Bye, Lenin! (2003)
Una commedia dolceamara ambientata nella Berlino Est nell’epoca della cosidetta Wende, tra il 1989 e il 1990.
Il giovane Alexander fa di tutto per proteggere la madre, fervente sostenitrice della DDR, appena risvegliatasi da un coma di alcuni mesi e dal cuore debole, dallo shock che potrebbe subire se sapesse dei recenti risvolti politici. Recupera cimeli, prodotti e giornali della Germania Est, realizza improbabili ma credibili telegiornali della televisione orientale per tenere aggiornata la madre, coinvolgendo sempre più amici e vicini nella lunga e sempre più complicata messainscena, sperando che la donna non scopra mai la verità.
Attraverso le vicende dei protagonisti, il film rispecchia in maniera realistica la vita in un paese del blocco orientale e di come questa sia mutata a seguito dell’occidentalizzazione. Diverte e fa riflettere al contempo, mostrando anche il lato negativo di tutti i cambiamenti avvenuti a partire dalla caduta del muro. Tra le migliore commedie tedesche degli ultimi vent’anni.
Das Leben der Anderen (2006)
Novembre 1984, nella Berlino Est, il tenente colonnello Grubitz incarica il fedele capitano della Stasi Wiesler di spiare il drammaturgo di successo Georg Dreyman e l’attrice e sua compagna Christa-Maria Sieland, promettendogli una promozione nel caso riesca a scoprire qualcosa di compromettente. Insieme alla sua squadra, Wiesler approfitta di una breve assenza di questi dal suo appartamento per piazzarvi numerose microspie. In un attico illuminato da fredde luci al neon, con le cuffie fissate sulle orecchie, davanti alla macchina da scrivere, Dreyman ascolta le loro conversazioni più intime e registra tutto ciò che succede. Col passare del tempo comincia lentamente a rendersi conto della vacuità e della pura ipocrisia del regime che ha servito così fedelmente per tutta la vita. L’ascoltatore si trasforma in invisibile partecipante alla vita della coppia e una sorta di angelo custode.
Premiato con l’Oscar per il miglior film straniero, Das Leben der Anderen è dramma storico recitato da attori brillanti, convincenti e impressionanti, che contribuiscono in modo significativo alla drammaticità e intensità dell’azione.
Almanya (2011)
“Wer oder was bin ich eigentlich – Deutscher oder Türke?” Questa la domanda che si pone Cenk Yilmaz, sei anni, quando né i suoi compagni di classe turchi né quelli tedeschi lo vogliono in squadra per una partita di calcio. Durante una festa in famiglia, sua nonna Fatma annuncia con gioia la sua recente naturalizzazione tedesca, mentre il nonno Hüseyin comunica l’aquisto di una casa nel suo paese natale in Turchia: lì desidera trascorrere le vacanze estive con tutta la famiglia. Parallelamente alla storia presente, una serie di flashback, narrati dalla cugina di Cenk al bambino, ricostruisce la storia del giovane Huseyn arrivato come Gastarbeiter in Germania alla fine degli anni ’60 insieme alla famiglia.
Un film che diverte e commovente. I clichées e gli stereotipi vengono messi in scena senza scadere nel banale o essere offensivi.
Der Untergang (2004)
Bruno Granz veste magistralmente i panni di Hitler, in questo dramma storico che ripercorre i suoi ultimi 10 giorni di vita prima del suicidio, il disfacimento e la caduta del regime nazista. Un uomo vecchio, traballante, malvagio e delirante. La discesa di Hitler nella follia è accuratamente tratteggiata attraverso le sue ultime ore di vita, mentre si lamenta dei suoi generali, dispiega divisioni che esistono solo sulla carta e condanna a morte il suo popolo. La disintegrazione della macchina da guerra nazista è rappresentata in modo vivido, e Hitler si rende conto che la maggior parte dei suoi soldati di punta sono incompetenti o sleali. Molti soldati e le loro famiglie scelgono di suicidarsi piuttosto che cadere nelle mani dei soldati russi.
Il film ricostruisce in modo sobrio e oggettivo gli avvenimenti, così come potrebbero essere accaduti nel bunker del Führer negli ultimi giorni. Un must.
Fack ju Göhte (2013)
Dopo tredici mesi di detenzione per rapina, Zeki Müller, interpretato da Elyas M’Barek (Türkisch für Anfänger) esce dal carcere e scopre che la refurtiva da lui nascosta prima di venire arrestato, si trova ora sotto le fondamenta della palestra di un liceo. Per recuperarla, tenta quindi di farsi assumere come bidello. A causa di un malinteso gli verrà però offerta la posizione di insegnate in una classe di ragazzi svogliati e indisciplinati.
Una commedia leggera, frizzante e irriverente, diventata ormai un classico. I dialoghi sono semplici ma veloci e ricchi di slang. Il sequel Fack ju Göhte 2, segue le vicende di Zeki insieme ai ragazzi durante una gita in Thailandia.
Deutschstunde (2019)
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Sigrid Lenz. Negli anni ’50 Siggi Jepsen, detenuto in un riformatorio “per ragazzi difficili” , deve svolgere un saggio sul tema “Die Freunde der Pflichte”, assegnatogli dall’insegnate di tedesco. Inizia così un lungo
flashback narrativo che ripercorre il rapporto di Siggi con il padre, poliziotto di villaggio nella Germania del Nord, incaricato di informare il pittore Max Ludwig Nansen, suo amico d’infanzia e
padrino del figlio, del divieto di dipingere impostogli dal regime nazista e di controllarne il rispetto. In qualità di aiutante, Siggi dovrà osservare il pittore e far rapporto delle sue attività al padre. Il ragazzo, che nutre per il padrino profondo affetto, è combattuto tra il desiderio di compiacere il padre, e quindi svolgere obbedientemente il compito che gli è stato affidato, e il sospetto che il pittore abbia subito un torto, e quindi dal desiderio di impedire un’ingiustizia.
Deutschstunde è un dramma denso, intenso a tratti angoscioso. Temi centrali sono il confronto con la colpa, l’amore per l’arte e la vita e la cieca osservanza degli obblighi, che si distorce in un atto di sadismo.
Systemsprenger (2019)
System Sprinkler è un film drammatico tedesco di Nora Fingscheidt del 2019, incentrato su Benni, una bambina di 9 anni, aggressiva e imprevedibile. A causa di esperienze traumatiche nella prima infanzia nessuno è autorizzato a toccarle il viso. È permanentemente sospesa da scuola e viene rimbalzata da una famiglia affidataria all’altra. Benni incarna appunto un “Systemsprenger”: ogni possibilità di aiuto messo a disposizione dal sistema, per garantirle benessere e servire alla sua educazione sembra fallire. Benni desidera solo tornare a vivere con sua madre, anch’ella però incapace di gestire la figlia e sopraffatta dalla difficile situazione.
In un ultimo disperato tentativo di trovare una soluzione ai problemi di Benni, l’impiegata dello Jugenamt, che ha preso a cuore la sorte della bambina, le affiancca Micha, appassionato di boxe ed esperto nell’educare ragazzi difficili a gestire gli attacchi di rabbia.
Acclamato dalla critica tedesca e internazionale, il film si è aggiudicato numerosi premi, tra cui il Deutscher Filmpreis alla migliore regia e sceneggiatura. Eccezionale l’interpretazione della giovane attrice Helena Zengel, di solo nove anni, esattamente come Benni.
Die Wunderübung (2018)
Joanna e Valentin si sono incontrati da giovani, durante una vacanza in Egitto. L’incontro romantico sott’acqua ha portato al loro matrimonio inizialmente armonioso, che ora assomiglia a un relitto. Per risolvere i loro problemi di relazione, frequentano una terapia di coppia, ma mettere da parte le loro differenze si rivela più difficile del previsto. Orgoglio e frustrazioni sono difficili da mettere da parte.
Basato sulla fortunata opera teatrale di Daniel Glattauer, Michael Kreihsl mette in scena un matrimonio apparentemente fallito come un’opera intima e sa come intrattenere gli spettatori. Al centro del film ci sono i dialoghi intelligenti e arguti, in cui i problemi della coppia si rivelano pezzo per pezzo. Un film che si limita a una stanza con tre personaggi ha bisogno di un cast fenomenale per dar voce ai complessi dialoghi e trasmettere la tensione tra di loro. I tre attori ci riescono magnificamente. Soprattutto l’attore Erwin Steinhauer, che interpreta un terapeuta goffo e scapigliato, con poca pazienza e dai metodi poco convenzionali.
Un film molto divertente, che riesce a tenere lo spettatore attento. Denso di dialoghi è un ottimo modo per esercitare l’ascolto e assorbire nuovi vocaboli.
Gegen die Wand (2016)
Sibil, una giovane donna turca, nata e cresciuta in Germania, decide di ricorrere ad un matrimonio fittizio con Cahit, quarantenne turco dedito al consumo di alcool e droga e incline all’autodistruzione, che incontra per caso in ospedale, mentre entrambi sono ricoverati per tentato suicidio. Sposando un connazionale, la giovane vuole a liberarsi alla tutela di genitori e fratello, che la vogliono sposata ad un turco e non accettano il suo stile di vita da ragazza libera, che vole divertirsi e sperimentare. Il piano va in porto e per un breve momento la situazione di convivenza sembra funzionare: Sibel raggiunge la sua tanto attesa libertà e Cahit cerca ancora una volta di tenere sotto controllo la sua vita incasinata. Ma più si innamora della giovane donna, più la sua mente si offusca e lui diventa instabile. Le conseguenze sono drammatiche.
Il film è stato scritto e diretto dal regista turco-tedesco Fatih Akın (Soul Kitchen) e ha ricevuto numerosi riconoscimenti. È il primo di una trilogia (seguono The Cut e Auf der anderen Seite), che attraverso i suoi protagonisti stranieri in terra tedesca, tematizza il conflitto tra la cultura e i valori del proprio paese di origine e quelli occidentali.
Foto copertina: Goodbye, Lenin! © X Filme Creative Pool.
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